Se vuoi eliminare il debito ecologico, è il metodo dell’addestramento energetico quello che ti serve. Questo metodo ha rivoluzionato il modo di bilanciare il caricabatteria dei mezzi elettrici e chi ha provato ad applicare questi accorgimenti ha ottenuto un ritorno economico.

Per questo ti voglio portare in breve, ma nello specifico, sull’argomento del caricabatteria, dove rispondo a una delle domande più gettonate: si nasce o si diventa ecologici?

In verità non mi limito soltanto a rispondere a questa domanda, ma ho anche esaminato le implicazioni di ciò che significa fare efficienza energetica della flotta senza caricabatteria qualificati, è qualcosa che a che fare con la libertà, la tua libertà personale.

Questa domanda nasce nel nostro paese poiché in Italia in ambito di efficienza energetica con gli esperti, abbiamo un problema. La letteratura su sistemi e tecniche di come gestire la carica bilanciata dell’accumulatore è praticamente assente tranne qualche libro che se ne occupa soltanto dal punto di vista scientifico.

La catena logistica sulla formazione degli uomini è praticamente scollegata dalle problematiche di applicazioni pratiche quotidiane, quindi poco incisiva, spesso sostituita e confusa da agenzie che organizzano corsi di formazione tenuti da insegnanti che spesso non hanno nessuna esperienza reale, né legami con il mondo della movimentazione elettrica.

A questa carenza endemica tutta italiana, aggiungiamo anche la tendenza tipica degli imprenditori che considerano il caricabatteria come qualcosa di mistico ed inavvicinabile. E sono convinti di avere un sesto senso speciale che li esonera dall’uso di qualsiasi metodo scientifico, con l’utilizzo della classica frase: “io il caricabatteria lo capisco a pelle se è giusto oppure no”.

Alla fine, siamo un popolo colorito che si è convinto di essere creativo, con l’arte dell’arrangio.

Un ragazzo che aveva deciso di imparare come gestire, l’accumulatore e del rispettivo caricabatteria del carrello e aveva scoperto la differenza di prestazioni nel turno di lavoro.

So per certo di non essere un tecnico nato. Quando ho deciso di intraprendere questa professione sapevo di avere una necessità, imminente, di essere addestrato. Il mio istruttore mi ha condotto a fatica attraverso un processo che mi ha condotto ad essere un esperto di carrelli a trazione elettrica. Non so come è stato per te che stai leggendo, ma per me non è stato un processo semplice. Ho dovuto disimparare una marea di cose prima di cominciare a capire quelle che il mio mentore cercava di insegnarmi.

Era molto difficile rimanere concentrati sugli obbiettivi lavorativi e agire correttamente nell’analisi dell’efficienza tramite il caricabatteria.

In testa mi risuonavano costantemente le parole dei miei genitori: “ma cosa vai a fare il tecnico, perché non torni a studiare, ti pago tutto io, così ti farai sfruttare e basta, butterai via gli anni migliori e rimarrai indietro.”

Questa è solo una piccola parte del mantra che i miei genitori facevano risuonare nella mia testa da ragazzo. E per chi come me non era riuscito a costruirsi le sue certezze, devo ammettere che fosse un mantra demotivante dalla potenza distruttiva.

 I valori che mi hanno aiutato a prendere la decisione definitiva.

Quello che mi aiutò a comprendere che la tecnica fosse la mia strada e che non l’avrei mai più abbandonata non furono una serie di successi incredibili, bensì la comprensione dei valori di fondo che mi animavano e ciò che non potevo accettare.

Quando i miei genitori mi spingevano a studiare per cercarmi un buon posto di lavoro, stavano parlando di sicurezza. Quando invece il mio mentore mi faceva lezione sull’importanza dell’apprendimento a qualunque cosa avessi voluto fare, parlava invece di libertà.

Se all’inizio questa contrapposizione mi causò un enorme confusione, fu infine la molla che fece scattare dentro di me la consapevolezza che imparare a gestire l’efficienza dei mezzi a trazione elettrica, avrei raggiunto la libertà di scegliere il mio futuro, era ciò che inizialmente mi aveva spinto ad abbandonare gli studi e la ricerca di un lavoro sicuro.

La sicurezza e la libertà si escludono a vicenda.

Un giorno chiesi al mio responsabile, all’epoca una persona di grande successo, di aiutarmi a comprendere un passaggio che ancora non ero riuscito a decifrare, gli chiesi: “mi dice sempre che, imparare il mestiere mi permetterà di raggiungere la libertà di decidere del mio futuro. Quello che non riesco a capire è questo: come faccio a raggiungere la sicurezza necessaria in questo lavoro, per potermici dedicare pienamente ed in assoluta serenità? Tu come hai fatto?!” Lui sapendo già cosa volessi sapere mi rispose con un sorriso: “Andrea, la libertà non può mai venire dopo la sicurezza. Semplicemente sono due cose che non si mischiano, come l’acqua e l’olio. Non vanno d’accordo e non possono stare insieme. Sono opposte, più sicurezza cerchi meno libertà avrai. Se desideri la libertà devi abbandonare la sicurezza.”

La risposta da un milione di dollari? In maniera sintetica, la risposta alla domanda se chiunque possa portare efficienza alla propria flotta di mezzi è “SI”.  Essere uno specializzato è una cosa che risiede nell’indole umana, tanto quanto risiede il desidero incondizionato di libertà. Tutto sta nel compiere una scelta importante.

Diventare un allievo per l’addestramento, inizia col desiderio di toglierti di dosso le ansie sulla sicurezza, per riscoprire il nostro innato istinto a conquistare la libertà di decidere del nostro futuro.     

Tutto questo è per avere il massimo controllo delle tue spese energetiche, bilanciato alla durata dell’accumulatore.

Ma è garantito che ci arriverai con la pratica e il tempo, io non sono un genio, ho solo lavorato tanto e studiato tantissimo.

Tu sarai avvantaggiato rispetto a come ero io, perché potrai approfittare dei miei anni di test e studi fatti sul campo, partendo da un livello che io 15 anni fa mi potevo solo sognare.

Se non hai paura di tutte queste informazioni potenti, fatti avanti.


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